Stefano Pavesi, nato a Casaletto Vaprio, nei pressi di Crema, nel 1779, venne considerato nel 1809, da una prestigiosa rivista musicale francese, fra i cinque migliori compositori attivi in Italia. Studiò sotto la guida di Piccini presso il prestigioso conservatorio di S. Onofrio a Napoli. Coinvolto nel 1799 nei tumulti rivoluzionari della città, Pavesi fu costretto a scappare in Francia e successivamente a Ginevra. Rientrato a Crema poco dopo, completò i suoi studi sotto la guida di Gazzaniga, maestro di Cappella del Duomo. Nel 1802 si trasferì a Venezia, dove l’anno successivo mise in scena la sua prima farsa. Giudicata opera di gran pregio da tutti i critici musicali del tempo e anche dal compositore Mayr, maestro di Donizzetti, e dal librettista Foppa.
Gli anni seguenti furono gli anni del successo e dei guadagni. Ottenne sempre maggiori consensi da parte di pubblico, critica e colleghi. Compose circa 70 opere serie o buffe rappresentate in varie città italiane, spesso riscuotendo notevole successo.
Nel 1818 il Pavesi fu nominato maestro di Cappella del Duomo di Crema e, tra il 1826 e il 1830, diresse il Teatro di Corte di Vienna per sei mesi l’anno. Fra le sue opere liriche più importanti, caratterizzate da una notevole inventiva melodica e maestria orchestrale, ricordiamo: La Fiera (1804), La festa della rosa (1808), Ser Marcantonio (1810, sullo stesso libretto del Don Pasquale di Donizzetti), Fenella (1831).
Scrisse inoltre numerose partiture di musica sacra, tra le quali risalta lnfelix Catharina, grandiosa composizione scritta per ricordare il dramma di Caterina degli Uberti. Stefano Pavesi morì a Crema nel 1850. Gli anni seguenti furono gli anni del successo e dei guadagni. Ottenne sempre maggiori consensi da parte di pubblico, critica e colleghi. Compose circa 70 opere serie o buffe rappresentate in varie città italiane, spesso riscuotendo notevole successo.